Un nuovo rapporto di TeleGeography e Infra-Analytics prevede un aumento del 48% dei chilometri di cavi dispiegati negli oceani di tutto il mondo entro i prossimi 15 anni, necessario adeguare nuove flotte per le riparazioni.
Si allunga la rete globali di cavi sottomarini e nasce la nuova era della manutenzione subacquea
I cavi sottomarini sono la spina dorsale della connettività globale: trasportano oltre il 99% del traffico dati intercontinentale e supportano l’economia digitale mondiale. Ma il loro futuro, secondo l’ultimo report congiunto di TeleGeography e Infra-Analytics, è tutt’altro che sicuro, sia in termini fisici, sia geopolitici.
Entro il 2040, la rete globale crescerà del 48%, superando i 2,4 milioni di chilometri, con un incremento stimato del 36% nel numero di riparazioni annue.
A fronte di questi numeri, il settore della manutenzione si trova davanti a una duplice sfida strutturale: rinnovare una flotta navale ormai vetusta e garantire tempi di intervento compatibili con la crescente criticità delle infrastrutture digitali.
Le sfide: una flotta che invecchia, una domanda che cresce
Oggi esistono 62 navi operative per installazione e manutenzione dei cavi sottomarini, di cui solo il 60% costruite appositamente. Tuttavia, il problema non è solo quantitativo, ma soprattutto anagrafico: entro il 2040, 15 di queste navi dovranno essere rimpiazzate, 5 delle quali entro i prossimi cinque anni.
Molte sono state convertite da altri usi, con implicazioni su affidabilità e versatilità.
L’Asia, in particolare il Pacifico Sud-Ovest (Singapore, Indonesia, Mar Cinese Meridionale), rappresenta il punto più critico: nel 2040 sarà responsabile del 49% di tutti i guasti globali ai cavi.
Eppure, la flotta regionale è spesso satura, con tassi di utilizzo superiori al 90% e backlog riparativi che rallentano gli interventi.